
Consumiamo più di quanto ci possiamo permettere. Le risorse rinnovabili del pianeta bastano a coprire due terzi del nostro fabbisogno annuo; dai prodotti della terra alla capacità di assorbimento di CO2 e di altri inquinanti, ogni anno distruggiamo il futuro dei nostri figli in maniera crescente, impoverendo la natura e la sua capacità di rigenerarsi. Di tutto questo la consapevolezza comincia a radicarsi.
Produrre e consumare in maniera sostenibile significa intraprendere un percorso complesso, lungo e difficile. L’affermazione diffusa dell’EC è tra i passaggi principali della sostenibilità; dipende da cinque fattori base:
1) L’innovazione di prodotto in modo da favorire ed agevolare i Consumatori ad orientarsi e adottare le diverse opportunità (riciclo, riparazione, rigenerazione, riutilizzo, riconversione);
2) L’innovazione energetica che parte dal risparmio e si sviluppa con l’affermazione delle fonti rinnovabili (sole, acqua, vento…);
3) La sensibilizzazione e il coinvolgimento dei Consumatori, in modo da renderli in qualche modo partecipi, consumare in maniera ragionevole, adottare stili di vita responsabili;
4) L’interesse dell’Impresa nell’investire in impianti e attrezzature idonee in modo da ottimizzare il riciclo cercando di mantenere ogni valore a vantaggio locale;
5) L’impegno della Pubblica Amministrazione a semplificare le procedure, a divulgare le migliori pratiche, a sostenere l’affermazione concreta della cultura circolare.
Anche il mercato dovrà fare la sua parte articolando l’accettazione di prodotti conformi all’EC e regolando attivamente la distribuzione delle materie prime seconde, quelle che l’economia lineare considera rifiuti o scarti.
Come indicato al precedente punto 3 occorre avvicinarsi ai Consumatori con semplicità ed immediatezza ed entrare nell’attuazione pratica con iniziative concrete.
Ad oggi l’informazione sull’EC proviene soprattutto da ricerche personali via internet, media e Associazioni dei Consumatori.
L’interesse teorico all’affermazione dell’EC e la percezione che sia utile e vantaggiosa non ha riscontro pratico nella conoscenza dei Consumatori e nel loro impegno diretto, considerato importante da meno di un terzo degli intervistati. Una forte maggioranza è pronta a preferire prodotti che hanno caratteristiche funzionali, favorevoli alla circolarità. Infine va sottolineata la
“voglia” di attuare la raccolta differenziata, che, se ben compresa, supera i due terzi di accettazione positiva.
I Consumatori non hanno una valutazione corretta sui parametri attuativi che caratterizzano l’EC; infatti danno più valore alla raccolta e non ripongono la giusta attenzione ai fattori produttivi, come ad esempio gli imballaggi riciclabili o compostabili. Infatti la riconversione, la rigenerazione e l’adattamento insieme raccolgono neanche il 20% dei consensi. Altra valutazione da rivedere è l’attitudine che, secondo i Consumatori, hanno i diversi materiali ad essere riciclati; la plastica e
l’umido sono in secondo piano. Va infine evidenziata l’esigenza di capire la separabilità dei prodotti composti unitamente alle informazioni chiare sulla loro riciclabilità.
C’è futuro, ci deve essere futuro per l’EC.
Dipende dai Consumatori, da ognuno di noi; non solo informandoci per essere consapevoli e attenti; la parte importante sarà quella di pretendere la conformità dei prodotti (e anche di molti servizi) e, quindi, scegliere quelli che hanno i requisiti per costruire l’EC, ben evidenziati da etichettatura mirata (percentuale di potenziale riciclo). I risultati raggiunti e i trend previsti per la crescita del riciclo dei rifiuti classificano l’Italia come una eccellenza europea.
Se si riuscirà a implementare in maniera ottimale il pacchetto di nuove Direttive Europee sui rifiuti potremo raggiungere un vero primato e consentire un ulteriore sviluppo delle attività dedicate al riciclo dei rifiuti. In quest’ambito il ruolo della Pubblica Amministrazione sarà tanto determinante quanto fondamentale.
Gli obiettivi UE 2025 sono già stati raggiunti per il recupero di imballaggi, carta e cartone, legno, acciaio, alluminio e vetro. Non ancora per la plastica.
La forza della spontaneità italiana, fin qui protagonista, deve trovare nelle norme europee una condizione di vantaggio competitivo da consolidare; senza farsi influenzare da casi di gestione malavitosa o semplicemente speculativa, che vanno contrastati con determinazione, valorizzando e ottimizzando meglio i casi di gestione positiva, che sono la maggioranza assoluta.
Quindi la strada della raccolta differenziata, il punto di arrivo dell’economia circolare (il punto di partenza è l’innovazione gestionale e produttiva) va allargata e semplificata, con normative chiare e accessibili, coniugate a controlli e penalità efficaci; cominciando dalla puntualizzazione delle responsabilità della filiera, dai produttori al mercato del riuso, passando per i riciclatori. Oltre ad incentivare la qualità della produzione, in ottica di massima separabilità delle componenti, con
agevolazioni fiscali, va stimolata l’innovazione tecnologica applicata alla diffusione capillare ed omogenea degli impianti nel territorio; potenziando il sistema consortile con maggiore trasparenza nell’interesse generale.
Premiare le Imprese che si dimostrano impegnate nell’EC potrà essere determinante per il coinvolgimento dei Consumatori: questo è l’obiettivo del Riconoscimento ECODESIGN RESPECT.