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AVVIATA ISTRUTTORIA NEI CONFRONTI DI TELECOM ITALIA, WIND TRE E VODAFONE PER FORNITURA NON RICHIESTA DEL SERVIZIO DI ROAMING MARITTIMO

By 18 Dicembre 2019 No Comments

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato tre procedimenti istruttori nei confronti di Telecom Italia S.p.A., Wind Tre S.p.A. e Vodafone Italia S.p.A., concernenti presunte  pratiche commerciali scorrette per fornitura non richiesta del servizio di roaming marittimo.
L’ipotesi istruttoria riguarda l’addebito, sulla SIM dei clienti, dei costi per la fruizione di tale servizio di comunicazione mobile a bordo delle navi senza adeguata informativa e senza la richiesta  da parte dei clienti di tale fornitura, sia in fase di sottoscrizione del contratto che in fase di utilizzo  del servizio sulla nave.
E’ noto che il servizio di roaming marittimo consente ai passeggeri che viaggiano su traghetti/navi di usufruire dei servizi di comunicazione mobile anche in assenza di copertura della rete terrestre. I  dispositivi mobili (telefoni, tablet, pc) vengono abilitati, tramite il collegamento satellitare reso  possibile da stazioni base installate a bordo delle navi, non appena la nave si allontana dalla costa e  si sgancia dalla rete mobile terrestre. La fruizione del servizio cessa quando la nave si riavvicina
alla costa nel momento in cui il dispositivo mobile si riaggancia alla rete terrestre.
L’ipotesi di violazione del Codice consiste, pertanto, in una pratica aggressiva per fornitura non  richiesta di servizi a pagamento.Viene anche ipotizzata una condotta di omissione informativa da  parte di alcune compagnie marittime (Grimaldi Group Spa, Grandi Navi Veloci Spa, Compagnia  italiana di navigazione Spa), che avrebbero omesso di fornire ai propri passeggeri, clienti degli  operatori telefonici suddetti, un’adeguata informativa sull’esistenza del roaming marittimo a bordo  delle proprie navi.
Funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni nelle sedi delle società telefoniche interessate, con  l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

Roma, 4 dicembre 2019