Quando parliamo di benessere dobbiamo chiarirne concretamente il significato e la portata.
L’analisi del benessere deve trovare una valida base di riferimento nel quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano la nostra società; abbiamo ritenuto che l’esigenza fosse pienamente soddisfatta dagli indicatori ISTAT-BES – Benessere Equo e Sostenibile, inseriti tra gli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale, come previsto dalla Legge di Bilancio.
Gli indicatori BES consentono di individuare le priorità e i problemi principali del Paese, di valutare l’applicazione di misure di benessere ai processi di governance e, in prospettiva, di calcolare ex-ante gli effetti degli interventi di politica economica sul benessere.
L’ISTAT, in collaborazione con il CNEL, ha creato, con approccio multidimensionale, indicatori per misurare il Benessere Equo e Sostenibile, per dare un’alternativa al PIL, consapevole che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non possano essere esclusivamente di carattere economico, ma che si debba tenere conto di altre dimensioni volte a misurare il benessere complessivo di una società e la sua Sostenibilità. La crescente disuguaglianza economica infatti non è evidenziata dal PIL che consiste in una somma e non indica come questa somma venga ripartita nella società. Paradossale potrebbe essere il fatto che aumentando il PIL aumenti anche la povertà della maggioranza della popolazione.
Con l’approvazione della legge n. 163/2016 di riforma del bilancio dello Stato è stato operato il primo riconoscimento normativo degli indicatori BES. Con il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2017, l’Italia è il primo Paese dell’Unione europea e del G7 a includere nella propria programmazione economica – oltre al Prodotto Interno Lordo (PIL) – indicatori BES. Un primo passo della politica economica per superare la programmazione vincolata al PIL per valutare in maniera più mirata il benessere dei Cittadini.
Allo stato, gli indicatori BES sono dedicati al funzionamento degli Enti Locali con l’intento di decifrare meglio la realtà alla base della coesione sociale e rivalutare il dialogo tra amministratori e Cittadini; detti indicatori concorrono ad una rendicontazione periodica sullo stato dei territori da parte degli amministratori.
La sfida sta nel riuscire a definire le misure del benessere equo e sostenibile e riposizionare gli indicatori per misurare il benessere degli individui e della società generato dalle attività produttive e rendicontarlo nei Bilanci di Sostenibilità.
In questo scenario si inserisce lo sviluppo del progetto BES, realizzato dall’Istat – inizialmente in collaborazione con il CNEL – attraverso un Comitato di indirizzo sulla misurazione del progresso della società italiana composto da rappresentanze delle parti sociali e della società civile. L’Istat ha inoltre costituito una Commissione scientifica di esperti dei diversi domini riconducibili al benessere, con lo scopo di individuare gli indicatori statistici più adeguati al fine di misurare le dimensioni individuate dal Comitato di indirizzo.
Complessivamente sono stati individuati 12 domini e 130 indicatori, che tengono conto sia di aspetti che hanno un diretto impatto sul benessere umano ed ambientale sia di quelli che misurano gli elementi funzionali al miglioramento del benessere della collettività e dell’ambiente che la circonda.
I diversi domini sono stati definiti dal Comitato di indirizzo come segue:
- La salute. Dimensione essenziale del benessere individuale, la salute incide su tutte le dimensioni della vita delle persone e in tutte le sue diverse fasi, modificando le condizioni di vita e condizionando i comportamenti, le relazioni sociali, le opportunità e le prospettive dei singoli e, spesso, delle loro famiglie.
- L’istruzione e la formazione. I percorsi formativi hanno un ruolo fondamentale nel fornire agli individui le conoscenze, le abilità e le competenze di cui hanno bisogno per partecipare attivamente alla vita della società e all’economia del Paese. Inoltre, livelli di competenze più elevati possono avere effetti positivi sul benessere delle persone relativamente alla salute, alla partecipazione sociale e alla soddisfazione personale.
- Il lavoro e la conciliazione dei tempi di vita. Il lavoro costituisce l’attività basilare di sostegno materiale e di realizzazione delle aspirazioni individuali. La piena e buona occupazione è uno dei parametri principali della stabilità economica, della coesione sociale e della qualità della vita. Obiettivo di questo dominio è misurare sia la partecipazione al mercato del lavoro sia la qualità del lavoro, qualificando i diversi segmenti dell’occupazione in relazione alla stabilità del lavoro, al reddito, alle competenze, alla conciliazione degli orari tra tempi di lavoro, personali e familiari, alla sicurezza del lavoro e nel lavoro, alla partecipazione dei dipendenti alla vita dell’impresa/ ente/amministrazione, alla soddisfazione soggettiva verso il lavoro.
- Il benessere economico. È il mezzo attraverso il quale un individuo riesce ad avere e sostenere un determinato standard di vita. Un’analisi del benessere economico fa riferimento al reddito, alla ricchezza, alla capacità di consumo, ma anche ad alcune dimensioni di benessere materiale che tali strumenti permettono di acquisire (condizioni abitative, possesso di beni durevoli, ecc.).
- Le relazioni sociali. I rapporti che si intrattengono con gli altri e la rete sociale nella quale si è inseriti non solo influiscono sul benessere psicofisico dell’individuo, ma rappresentano una forma di “investimento” che può rafforzare gli effetti del capitale umano e sociale.
- La politica e le istituzioni. La qualità e la correttezza del processo di decisione politica sono essenziali per la fiducia nelle istituzioni e per il buon funzionamento della democrazia. Apertura e trasparenza migliorano i servizi pubblici e riducono i rischi di frode, corruzione e cattiva gestione dei fondi pubblici. Una società coesa esiste solo se i cittadini hanno fiducia nelle loro istituzioni e nella pubblica amministrazione. L’opportunità di partecipare al processo decisionale è elemento rilevante per la qualità della vita.
- La sicurezza. Essere vittima di un crimine può comportare una perdita economica, un danno fisico e/o un danno psicologico dovuto al trauma subito. L’impatto più importante della criminalità sul benessere delle persone è il senso di vulnerabilità che determina. La paura di essere oggetto di atti criminali può influenzare molto le libertà personali, la qualità della vita di un individuo e lo sviluppo dei territori.
- Il benessere soggettivo. Con questo dominio si intende misurare il benessere percepito dalle persone rilevando opinioni soggettive sulla propria vita. Queste informazioni soggettive forniscono un’informazione complementare, e allo stesso tempo in qualche modo omnicomprensiva, a quella fornita dai dati oggettivi.
- Il paesaggio e il patrimonio culturale. Il paesaggio, la ricchezza e la qualità del patrimonio artistico, archeologico e architettonico hanno una rilevanza particolare nel caso italiano. Il diritto alla bellezza e la tutela del paesaggio non sono un’attività L’articolo 9 della Costituzione recita infatti: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
- L’ambiente. Considerato come il capitale naturale che influenza il benessere umano in molteplici domini sia direttamente attraverso le risorse sia indirettamente attraverso i servizi, l’ambiente condiziona fortemente la vita dei cittadini, dalle risorse che alimentano la produzione e l’economia, al piacere che ci dà il contatto con la natura.
- La ricerca e l’innovazione. Esse danno un contributo fondamentale allo sviluppo sostenibile, tanto più importante in un’economia, come quella italiana, che mostra un pesante ritardo in un contesto che attende risposte alle sfide del cambiamento economico, demografico e sociale.
- La qualità dei servizi. L’analisi del benessere richiede una valutazione della dotazione infrastrutturale e dei servizi riletta alla luce della loro efficacia, del grado di utilizzo, delle misure di accessibilità, della qualità del servizio generato.
(segue approfondimento nella sezione post e relazioni)