Le scelte di consumo sono sempre più influenzate dalla reputazione dell’Impresa, dai suoi impatti sul territorio e sulla società. Il Bilancio di Sostenibilità vuole dare risposte in questo senso e dimostrare come l’Impresa sia solida e per bene, lungimirante e generosa.
Consumerlab ha esaminato, insieme ad un cluster qualificato di Consumatori, ottocento Bilanci di Sostenibilità. Purtroppo la narrazione è risultata poco accessibile e coinvolgente nella maggioranza dei casi.
Troppe volte appare evidente la logica “ho redatto il Bilancio di Sostenibilità perché lo dovevo fare, per essere allineato ai competitori e al trend di mercato”. Una esigua minoranza pensa invece di redigerli per documentare il rispetto dell’interesse generale, del bene comune, della coesione sociale, ponendo la stesura in ottica consumeristica. Un ottica che consente a chi è il primo ed essenziale interlocutore di ogni Impresa, il Consumatore, di conoscere informazioni determinati per una reputazione convincente, favorendo un’interazione costruttiva.
Bilanci paludati, autoreferenziali, prolissi, uniformi per essere (solo presuntivamente) comparabili non servono ai Consumatori, non favoriscono scelte consapevoli, non promuovono la cultura diffusa e utile della Sostenibilità.
I Consumatori cominciano a canalizzare il consenso verso quelle Imprese che riescono ad esprimere al meglio la propria anima, la personalità, la creatività, il “genius missionis” con trasparenza e, soprattutto, concretezza.