Analisi

CRESCITA FELICE E DECRESCITA INFELICE

By 18 Novembre 2019 Aprile 8th, 2020 No Comments

La quota dei combustibili fossili con cui si produce l’81% di energia primaria per produrre elettricità e calore, nonostante gli allarmi, non diminuisce dai quasi 100 milioni di barili di petrolio e dalle 45 milioni di tonnellate di carbone bruciate ogni giorno.
Eppure le previsioni finanziarie per il petrolio e per il carbone cominciano a consolidarsi al negativo, al punto che un crescente quota di esperti pensa che a breve diventerà sconvolgente; quindi pare che il clima sociale possa spianare la strada al clima ambientale in maniera concreta, conseguenza diretta delle continue e pesanti catastrofi naturali.
Effetto collaterale è la decrescita dell’economia legata al petrolio e al carbone: economia che conta diversi milioni di lavoratori, migliaia di miliardi di fatturato, centinaia di miliardi di utili che verrebbero a mancare dalle casse dei Paesi produttori; quindi vantaggi per molti, svantaggi per pochi. Quella fossile non è un’economia che potrà facilmente essere sostituita nel breve periodo dall’economia verde; come sostituire la rendita derivata dallo sfruttamento delle risorse naturali, materie prime che, tolte dalla terra, non vengono pagate? Le fonti rinnovabili non hanno costi di trasporto alla centrale produttiva; i motori che utilizzano l’energia elettrica prodotta sono più semplici e leggeri.
L’abbandono delle energie fossili sta per procurare a molti una crescita felice (corti produttivi ridotti) ma per altri una decrescita infelice (introiti azzerati).
Questo è un problema politico di cui occorre tenete conto perché i Paesi che verranno colpiti dalla economia verde non staranno a guardare senza reagire. Il come desta alcune preoccupazioni.