
La cultura della sostenibilità ancora non ha la dovuta considerazione per improntare con efficacia nuovi stili di vita e diventare asse portante del futuro; la strada maestra sta nella ottimizzazione comunicativa del Bilancio di Sostenibilità, user friendly; nel giusto coinvolgimento di Consumatori quando interagiscono con Imprese virtuose, capaci di contribuire a renderli più consapevoli su determinati valori fondamentali.
Mentre aumenta la sensibilità verso la responsabilità sociale e la politica di sostenibilità, rimane irrilevante il numero di Consumatori che riconoscono il valore delle informazioni di carattere non finanziario e sulla diversità, diffuse dalle Imprese di rilevo in un apposito Bilancio.
Un’occasione perduta che penalizza il merito (la volontà delle Imprese ad assumere impegni non finanziari) e l’importanza di una opportunità (la consapevolezza di Consumatori su determinati valori fondamentali).
Ci siamo chiesti perché e, soprattutto, come far conoscere e apprezzare il Bilancio di Sostenibilità.
La Ricerca “Sostenibiltà Sommersa” intende rispondere alle due domande fornendo indicazioni per valutare quanto le scelte e i contenuti espressi da un repertorio di Bilanci di Sostenibilità corrispondano ai feedback espressi da un campione di Consumatori; anche per individuare come affermare meglio la cultura della sostenibilità e come aumentare i consumi sostenibili.
Vogliamo ribadire che il Bilancio di Sostenibilità deve essere un esempio per dimostrare che il profitto generato rispetti il bene comune, concorra al senso civico ed operi anche nell’interesse generale; in pratica contribuisca al benessere diffuso.
L’analisi del benessere deve trovare una valida base di riferimento nel quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano la nostra società; abbiamo ritenuto che l’esigenza fosse pienamente soddisfatta dagli indicatori ISTAT-BES – Benessere Equo e Sostenibile, inseriti tra gli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale, come previsto dalla Legge di Bilancio.
Gli indicatori BES consentono di individuare le priorità e i problemi principali del Paese, di valutare l’applicazione di misure di benessere ai processi di governance e, in prospettiva, di calcolare ex-ante gli effetti degli interventi di politica economica sul benessere.
L’ISTAT, in collaborazione con il CNEL, ha creato, con approccio multidimensionale, indicatori per misurare il Benessere Equo e Sostenibile, per dare un’alternativa al PIL, consapevole che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non possano essere esclusivamente di carattere economico, ma che si debba tenere conto di altre dimensioni volte a misurare il benessere complessivo di una società e la sua Sostenibilità. La crescente disuguaglianza economica infatti non è evidenziata dal PIL che consiste in una somma e non indica come questa somma venga ripartita nella società. Paradossale potrebbe essere il fatto che aumentando il PIL aumenti anche la povertà della maggioranza della popolazione.
Con l’approvazione della legge n. 163/2016 di riforma del bilancio dello Stato è stato operato il primo riconoscimento normativo degli indicatori BES. Con il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2017, l’Italia è il primo Paese dell’Unione europea e del G7 a includere nella propria programmazione economica – oltre al Prodotto Interno Lordo (PIL) – indicatori BES. Un primo passo della politica economica per superare la programmazione vincolata al PIL per valutare in maniera più mirata il benessere dei Cittadini.
Allo stato, gli indicatori BES sono dedicati al funzionamento degli Enti Locali con l’intento di decifrare meglio la realtà alla base della coesione sociale e rivalutare il dialogo tra amministratori e Cittadini; detti indicatori concorrono ad una rendicontazione periodica sullo stato dei territori da parte degli amministratori.
La sfida sta nel riuscire a riposizionare questi indicatori per misurare il benessere degli individui e della società generato dalle attività produttive e rendicontarlo nei Bilanci di Sostenibilità.