La cultura delle Sostenibilità stenta a diffondersi presso i Consumatori perché la comunicazione tanto della Pubblica Amministrazione quanto delle Imprese non è costruita e rivolta a loro. Ancora oggi i Consumatori pensano che la Sostenibilità sia un fatto ambientale o una garanzia per l’occupazione. Per cambiare passo i Consumatori devono percepire il vantaggio, non solo economico, che una governance sostenibile garantisce. Questa esigenza trova terreno fertile nel buon senso recuperato in occasione del contesto pandemico, che rende oggi le scelte di acquisto più ponderate e sensibili ai valori degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. La via maestra per chiarire e dimostrare il vantaggio atteso dai Consumatori è che le attività produttive devono esporre fatti e numeri, certi e validati.
Serve arricchire la comunicazione con l’integrazione dei dati contabili con le attività che caratterizzano l’implementazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. In pratica evidenziare l’impegno tangibile e quindi l’impatto concreto, entrambi quantificabili, che dette attività apportano al Territorio, alle Comunità, alle Istituzioni attraverso una governance più trasparente e meno autoreferenziale. Poi dare un ruolo determinante ai BES – gli Indicatori del Benessere Equo e Sostenibile – in modo da allineare impegni e impatti ai numeri estratti dalle indagini ISTAT con cui sono appunto costruiti i BES, così da italianizzare in maniera più identitaria, con le diverse realtà territoriali, la narrazione distintiva dell’Impresa.