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INDEX FUTURE RESPECT 2020 SU «IL SOLE 24 ORE»

By 24 Novembre 2020 Dicembre 28th, 2020 No Comments

Sostenibilità accessibile e a misura di consumatore: ecco le 44 imprese leader

Un gruppo di 250 consumatori ha passato ai raggi X la rendicontazione non finanziaria di 210 società e ha selezionato quelle che hanno illustrato meglio la propria governance sostenibile

di Chiara Bussi

(ipopba - stock.adobe.com)
(ipopba – stock.adobe.com)

3′ di lettura

Non solo sostenibili, ma capaci di raccontare le azioni intraprese facilitando le scelte dei consumatori. È il filo rosso che lega le 44 società dell’Index Future Respect 2020. Non una classifica ma un podio allargato di realtà economiche molto variegate selezionate da un gruppo di 250 consumatori a partire da 210 bilanci di sostenibilità relativi al 2019 individuati da un gruppo di esperti all’interno della banca dati di 1.127 bilanci classificati da ConsumerLab.

Le società che quest’anno sono state inserite nell’indice Future Respect (alla terza edizione) sono tutte new entries. Hanno un fatturato aggregato di 101 miliardi, danno lavoro a 150mila persone e oltre la metà (28) sono esportatrici. Grandi gruppi, ma anche realtà più piccole e di nicchia che sin dalla loro fondazione hanno fatto una scelta di campo in nome della sostenibilità. Il settore più rappresentato, con 10 imprese, è quello alimentare. Qui spiccano Andriani (prodotti gluten free), CampariDanoneCamst GroupCaviro (vino Tavernello) , Icam (cioccolato), Zanetti FormaggiMassimo Zanetti Beverage GroupPelliconiVeronesi-Aia.

«Queste imprese – sottolinea il coordinatore di ConsumerLab Francesco Tamburella – hanno illustrato in maniera comprensibile ed esaustiva la propria governance sostenibile facilitando scelte consapevoli da parte dei consumatori. Hanno inoltre evidenziato le migliori pratiche utili alla promozione della cultura della sostenibilità con un’efficace narrazione, coinvolgente e distintiva». È innegabile, aggiunge, «che il consumatore sia il primo ed essenziale interlocutore di ogni impresa, perché è il pilastro del suo successo. Al consumatore non servono Bilanci paludati, autoreferenziali, ma premiamo le imprese che sapranno dimostrare concretamente l’impatto sul territorio, la società e il mercato, con una governance trasparente».

Le richieste dei consumatori

Il Bilancio di sostenibilità, spiega Tamburella, «deve distinguersi dagli altri, essere semplice, accessibile e coinvolgente, aperto al dialogo e identitario, cioè capace di rappresentare meglio le proprie caratteristiche immateriali insieme alla condivisione del valore creato».

Se le imprese più attente alla narrazione alla portata dei consumatori sono quelle alimentari, «quelle del mondo sanitario e farmaceutico – sottolinea il coordinatore di ConsumerLab – sono in genere le meno impegnate a redigere Bilanci di sostenibilità ma quando lo fanno sono ben impostati. Per il settore delle Utility e dell’Informatica, come in quello delle costruzioni, abbiamo riscontrato un impegno più formale che sostanziale: traspare una necessità di farlo più pressante del desiderio di raccontarsi con trasparenza. L’interesse delle imprese bancarie e assicurative è invece molto influenzato dalle informazioni sulla solidità e sull’innovazione tecnologica; quelle locali si dilungano sul loro legame con il territorio».

La strada da fare è ancora molta. Tra le imprese medio-grandi sono ancora troppo poche quelle che redigono un Bilancio di sostenibilità, ben al di sotto dell’10% del totale. «L’impegno sugli obiettivi di sviluppo sostenibile assunti dal nostro tessuto produttivo – conclude Tamburella – è ancora troppo debole e poco efficace».

Verso l’Expo di Dubai 2021

La sostenibilità è anche una leva per la competitività sui mercati esteri. Per questo, confermando l’esperienza già maturata all’Expo di Milano 2015 ConsumerLab presenterà all’Expo di Dubai 2021 un report che raccoglie le storie delle imprese inserite nell’Index Future Respect 2020. L’articolo de «Il Sole 24 Ore» è disponibile qui.