L’INDEX FUTURE RESPECT 2021
PER LA TRASFORMAZIONE SOSTENIBILE

Per il quarto anno ConsumerLab, in collaborazione con 300 Consumatori prosumer e un team di esperti, ha inserito 50 Bilanci di Sostenibilità nell’INDEX FUTURE RESPECT 2021 estratti dall’archivio degli oltre 1500 censiti,  ritenuti più interessanti e coinvolgenti. 

L’Italia sostenibile 2021, in ottica consumeristica, è rappresentata dalle 50 Imprese dell’Index, 39 esportatrici, che insieme superano gli 80 miliardi di fatturato, con 198.000 dipendenti.
Dal 25 ottobre al 23 novembre scorso, questi Bilanci sono passati al vaglio del pubblico online che ha indicato i dpdici preferiti, detti “High Performer”; sei per numero di voti e sei con il rating di accessibilità più alto, redatti da dodici Imprese con un fatturato di oltre 10 miliardi di euro, 37.600 dipendenti, 10 esportatrici, 4 Grandi, 7 Medie, 1 piccola.

I voti totali espressi per i 50 Bilanci dell’Index sono stati 27.448 (+ 32% sul 2020); i 12 High Performer hanno raccolto 15.184 voti (55% dei voti totali); le visite al sito Consumerlab.it sono state 198.641 (+ 33% sul 2020). 

Un risultato importante che testimonia il crescente interesse dei Cittadini Consumatori per la trasformazione sostenibile, il desiderio di partecipare attivamente per cambiare stile di consumo e preferire Imprese che rivedono il modo di produrre nel rispetto degli altri.

Primo assoluto con 2.023 voti ricevuti, il Bilancio di Sostenibilità del Consorzio Casalasco del Pomodoroprimo assoluto per il miglior rating di accessibilità, il Bilancio di OVS  con un coefficiente pari al 90% del massimo (4,5/5,0).

Seguono in ordine, per numero di voti ricevuti, Caleffi, Reale Mutua, Colussi, Estra e Banca della Marca; per rating di accessibilità Guido Gobino Cioccolateria Artigiana, Artsana, Cirfood, Pasta Garofalo e Orogel.

Buon piazzamento anche per i  Bilanci di Aeroporti di Roma, Fileni, Venica e Berlucchi.

Sono in minoranza le grandi Imprese; la sensibilità più diffusa e meno esperta porta il pubblico a preferire Bilanci semplici, redatti con chiarezza e attendibilità, capaci di dimostrare sensibilità al bene comune, attenzione all’interesse generale e attitudine alla coesione sociale senza troppe parole di circostanza e principi generali. In questo le PMI hanno dimostrato di cavarsela meglio perché sentono una maggiore vicinanza al proprio pubblico e al proprio territorio.

Il settore più accreditato è quello alimentare con sei Bilanci su dodici e il 56% delle preferenze espresse. 

L’innovazione tecnologica non trova il giusto peso mentre le attività energetiche, cosmetiche e fashion in genere sono rimaste in fondo alla classifica: sono quelle che fanno meno Bilanci e quando li fanno tendono al complicato.

La realtà è che oggi i Bilanci di Sostenibilità sono pochi (neanche un terzo delle 1.915 principali Imprese italiane della Classifica Mediobanca lo redige) e non sono adatti per il pubblico, perché complessi ed estesi, talvolta autoreferenziali; quindi non contribuiscono come dovrebbero alla promozione della cultura della Sostenibilità. Eppure è ormai evidente che il coinvolgimento del  Cittadino Consumatore afferma il consenso e procura vantaggi reputazionali.

L’Index Future Respect 2021 conferma l’evidenza avanzata dall’ultimo Report di ConsumerLab, “Sostenibilità alla sbarra”. Le Imprese stanno abusando dei concetti relativi alla Sostenibilità. Il pericolo, oltre il greenwashing, è quello dell’hazy, della foschia che confonde  i risultati e gli impatti con le promesse e le teorie; una vera e propria vanità autoreferenziale. 

Numeri e fatti a confronto dimostrano che c’è “troppo fumo e poco arrosto”, che l’impegno è blando e stressato dal marketing. La comunicazione fa poca presa e non sostiene abbastanza gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. 

Il pubblico comincia a essere disincantato dagli impegni presi e non mantenuti, dagli interventi di facciata e dalle ipocrisie fuorvianti; i princìpi che rimangono tali creano solo diffidenza. 

La strada per la trasformazione sostenibile porta poco lontano senza una svolta consapevole, un impegno concreto e una strategia condivisa con i Cittadini Consumatori. La posta in gioco è troppo alta per continuare a sottovalutare i sintomi della malattia ambientale, sociale ed economica che sta prendendo forza. 

L’esperienza dell’Index avvia il lavoro per organizzare il Congresso Nazionale 2022 FUTURE RESPECT, Imprese sostenibili, pratiche a confronto in programma a fine aprile. Dopo l’imprevedibile successo della prima edizione (oltre 80.000 download per gli 85 interventi) saranno i campioni della ripresa a dare l’esempio, a promuovere uno scambio di esperienze nel senso dell’open innovation, a dare risposte e cercare soluzioni con cui affrontare il futuro incerto e fragile. 

Affermare la cultura della Sostenibilità significa intraprendere un percorso pragmatico, un confronto di pratiche e competenze: meno slogan e parole di circostanza, più fatti e misurazione d’impatti. Vanno evidenziati i vantaggi per la competitività, la coesione e l’equità sociale.

Per coinvolgere i Cittadini Consumatori e renderli consapevoli occorre una narrazione semplice e accessibile, una promozione mirata e coinvolgente: solo così la trasformazione sostenibile, con il contributo di tutti, potrà garantire il FUTURE RESPECT.