La fiducia dei Consumatori è fondamentale per la crescita. Per dare impulso alla crescita ci vuole nuova energia, l’energia della fiducia che muove il motore dell’economia per lo sviluppo; la fiducia è essenziale per decidere consumi e investimenti, per efficentare il capitale sociale e relazionale che sviluppa costruttivamente i rapporti con tutti gli stakeholder, Consumatori in testa.
La fiducia è una risorsa determinante e influenza livello di efficienza del sistema economico, incidendo sulla frequenza delle operazioni; la fiducia ha valore economico quando genera un rapporto chiaro e coerente, quando migliora l’efficienza del sistema, quando diffonde una buona reputazione, conseguente all’adeguamento della gestione a modelli di sostenibilità. Per questo, la politica sostenibile, va considerata come valore economico dal quale le Imprese non possono prescindere.
I Consumatori che hanno fiducia investono e acquistano; le Imprese devono alimentare e tutelare questo valore fondativo nella creazione della relazione con loro.
Un buon Bilancio di Sostenibilità credibile, compreso e apprezzato dai Consumatori, è un “booster” della fiducia; reso accessibile nel linguaggio e consolidato nella diffusione, rinforza il legame con l’Impresa contribuendo alla costruzione di un saldo percorso verso il benessere diffuso, anche per le generazioni future.
Le attività produttive hanno un ruolo fondamentale, ancora poco evidenziato, per contribuire alla coesione sociale e alla fiducia civile. L’attenzione e il rispetto verso il Consumatore non sono sufficientemente diffusi, la parole superano i fatti, come accade nei riguardi della tutela ambientale.
La giustizia nelle piccole inadempienze è a favore di chi ha torto, perché l’azione che meriterebbe rivalsa non è conveniente; in quelle grandi l’apparato legale delle Imprese è difficile da battere. Questo consente facili abusi e prepotenze, causa di malessere e malcontento generalizzato, di degrado del buon senso comune. Cova il malessere e la sfiducia, stimolo all’infedeltà tanto economica quanto sociale e politica.
La politica economica consumista non è quindi l’unico responsabile dell’attuale frustrazione e rabbia popolare, che sta alterando la necessità di rappresentanze autorevoli e di programmi realistici.
Correttezza, trasparenza e responsabilità del mercato costituiscono un obbligo indifferibile affinché le attività produttive, che hanno bisogno di rappresentanze autorevoli e di programmi realistici, facciano la loro parte. Serve meno consumismo e più solidarietà, meno superficialità e più coesione sociale.
Il nostro obiettivo è quello di identificare, per accreditarne un maggiore consenso, quelle attività produttive corrette, trasparenti e responsabili.
Occorre colmare la distanza tra ricchezza e povertà, disoccupazione e lavoro, salute e welfare, politica e Cittadini; generare nuova forza per la coesione sociale e rendere efficace il modello di sviluppo in cui tutti (Cittadini, Imprese e Rappresentanze) si assumano la responsabilità di garantire sicurezza economica e sociale per ognuno; serve avere fiducia.
Dobbiamo difendere il modello sociale e la libertà che in Europa ha migliorato la qualità della vita alla maggioranza della popolazione creando la speranza che il destino dei figli possa essere migliore di quello dei padri. Nessun altro continente al mondo può vantare un modello sociale al pari di quello europeo dove sono stati contenuti i costi umani e sociali della crisi economica scatenatasi dieci anni fa. In generale lo stato sociale dei Paesi dell’Europa occidentale ha garantito un argine agli effetti di quella crisi. Si tratta di difendere le garanzie offerte dal modello sociale europeo minacciato della globalizzazione e dai crescenti protezionismi esterni e interni all’Unione Europea.
I Governi non riescono più a garantire pienamente l’argine alla povertà, alle diseguaglianze e alla disoccupazione giovanile; una politica fiscale a favore della crescita rischia di perdere di vista l’etica e lo stato sociale che il mondo intero invidia all’Europa.
Il benessere diffuso e competitività possono coesistere.
Il grande problema del dominio della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, generato dalla globalizzazione e dalle tecnologie con i suoi giganti multinazionali, è la difesa precaria dei diritti.
Le attività produttive sono chiamate a sostenere e supplire alle debolezze crescenti dello Stato sociale. Questo il messaggio recondito per ogni attività produttiva; la politica della sostenibilità va adottata concretamente e in maniera non marginale. Misurabile nelle azioni e confrontabile come avviene nel bilancio di esercizio.
L’altra faccia della luna. Questo è il Bilancio di Sostenibilità. Perché svela la faccia nascosta e racconta quello che è importante sapere, entrando nella vita aziendale ignorata dal bilancio di esercizio. Fatti, comportamenti, impegni non dedicati al fatturato; realtà tenute nell’ombra fino a pochi anni fa, che escono dall’Impresa a testimonianza dell’effetto che provoca all’esterno con la sua attività.
Per rendere concreto il Bilancio di Sostenibilità, servono anche numeri e fatti circostanziati, perché serve “pesare” la sostenibilità e verificare se è veramente positiva ed efficace. Meno parole, meno descrizioni, meno voli pindarici.
Il Bilancio di Sostenibilità del futuro deve dimostrare che l’Impresa crea valore per tutti, non solo per finanziatori, fornitori, dipendenti e azionisti. Insomma un benessere condiviso.