La crisi del coronavirus ha reso più forti le Imprese resilienti, quelle che hanno saputo fronteggiare l’emergenza con determinazione, avendo avviato, tempestivamente, il percorso nell’economia sostenibile e cavalcato, prudentemente, lo sviluppo. Abbiamo l’occasione di prendere coscienza che l’economia di mercato è ancora valida se improntata all’equilibrio nel godimento delle risorse, se il profitto è l’obiettivo che non comporta danni collaterali, vizi occulti, rischi ignorati, disuguaglianze e privilegi. Il sacrificio dei cittadini ha contenuto i danni del contagio. Molte Imprese hanno subito il crollo del lavoro: solo a loro spetta l’aiuto pubblico. L’Impresa corretta e solidale, forte e solida, dimostra di non aver bisogno di sostegno anzi, da una mano alle sue risorse interne e di filiera. Alcune persone stanno perdendo tutto. Non è accettabile, non solo per loro, assistere a mega stipendi, benefit e dividendi. Sostenibilità è anche contenere questi vantaggi a favore di chi ha bisogno.
L’esperienza ci ha arricchito di convinzioni nuove, creando la disponibilità a nuovi equilibri. La ripresa della attività dovrà essere attenta al ricordo di quello che abbiamo passato e rischiato. L’economia sostenibile con particolare riguardo all’ambiente, all’italianità e alla solidarietà, sarà protagonista. La frenesia di consumi eccessivi e inutili deve lasciare il passo a stili di vita più sensibili e ai valori umanistici. Ci stiamo rendendo conto dell’importanza di razionalizzare le produzioni, scoprire il valore di quelle locali, delle filiere corte, del turismo di prossimità, cioè nazionale. Ci adatteremo all’evoluzione in una nuova specie per vivere con più leggerezza, flessibilità e partecipazione. Solo così eviteremo un nuovo Medio Evo. Abbiamo la fortuna di vivere in Italia e di essere italiani. Godiamocelo! Tutti insieme.