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Le linee guida UNI ISO 26000:2010 per la Responsabilità Sociale delle organizzazioni

By 10 Gennaio 2020 No Comments

La Linea Guida UNI ISO 26000, pubblicata il 1° novembre 2010, ha rappresentato la fine di un lungo e complesso cammino, avviato dall’ISO nel 2005 con lo scopo di colmare una lacuna, nel sistema ISO, nel campo della Responsabilità Sociale delle Organizzazioni.
Essa è infatti il risultato del più ampio consenso internazionale raggiunto tra gli esperti e i principali soggetti interessati ed è stato elaborato con l’intento di incoraggiare l’adozione in tutto il mondo delle migliori pratiche in tema di responsabilità sociale.
La norma raccoglie i frutti di un accordo generale su aspetti rilevanti quali:

  • le definizioni e i principi generali della responsabilità sociale;
  • le questioni cruciali che devono essere affrontate in tema di responsabilità sociale;
  • l’integrazione della responsabilità sociale nelle attività complessive di un’organizzazione

L’intento della norma è quello di “aiutare le organizzazioni a contribuire allo sviluppo sostenibile, di incoraggiarle ad andare al di là del mero rispetto delle leggi, di promuovere una comprensione comune nel campo della responsabilità sociale e di integrare altri strumenti e iniziative per la responsabilità sociale, ma non di sostituirsi a essi”.
Innanzi tutto ISO 26000 è un Linea Guida e non una norma: ciò significa che essa non sarà certificabile da una terza parte sul modello dei sistemi di gestione qualità, ambiente salute sicurezza, o, per rimanere al tema della CSR, SA8000, ma una guida a concetti, principi e pratiche connesse alla Responsabilità Sociale d’Impresa. Questo significa, in pratica, che un’azienda o un’organizzazione che volessero adottare queste nuove Linee Guida non possono affidarsi a una società esterna che ne certifichi l’impegno nel campo della responsabilità sociale, ma devono confrontarsi con le proprie parti interessate, prima fra tutte il sindacato per quanto attiene i rapporti e le condizioni di lavoro, affinché siano loro a valutare se rispettano o meno i contenuti di Iso 26000.
Può considerarsi un ottimo strumento per prendere confidenza e comprendere concetti come accountability, stakeholder etc. e per capire come la CSR impatti su tematiche cardine come: diritti umani, lavoro, ambiente, governo d’impresa, comportamenti aziendali, diritti dei consumatori, coinvolgimento della comunità: uno strumento dunque per diffondere cultura sulla CSR più che per gestirla.
Essa dunque non offre soluzioni pratiche immediatamente spendibili nei contesti organizzativi ma spunti di riflessione approfonditi da cui partire per costruire un’effettiva cultura della CSR nelle organizzazioni (incluse le istituzioni che volessero fare proprio i principi di 26000).
Sono tre gli aspetti che rendono differente la Iso 26000 dalla maggior parte degli strumenti finora utilizzati nel campo della responsabilità sociale. In primo luogo, questa norma non è stata redatta da un’impresa in modo unilaterale, ma da un’organizzazione autorevole a livello mondiale come l’Iso utilizzando un approccio multistakeholder e facendo leva sul principio del consenso. Questo ha comportato che ogni riga del testo ha ricevuto il via libera – o almeno la non opposizione – da parte di tutte e sei le categorie di stakeholder rappresentate. Inoltre, al gruppo di lavoro Iso hanno partecipato esperti sia del mondo sviluppato, sia dei Paesi emergenti e di quelli ancora in via di sviluppo. Iso 26000 non è, dunque, una norma “nord centrica”, perché tiene conto anche delle esigenze e dei problemi esistenti nel Sud del mondo. In terzo luogo, infine, punta sul dialogo sociale e sulla contrattazione strumenti fondamentali per l’impostazione di rapporti corretti fra un’organizzazione socialmente responsabile e i propri lavoratori.
La norma fornisce una nuova definizione di responsabilità sociale: “Responsabilità da parte di un’organizzazione per gli impatti delle sue decisioni e delle sue attività sulla società e sull’ambiente, attraverso un comportamento etico e trasparente che: contribuisce allo sviluppo sostenibile, inclusi la salute e il benessere della società; tiene conto delle aspettative/interessi degli stakeholder; è in conformità con la legge applicabile e coerente con le norme internazionali di comportamento; è integrata in tutta l’organizzazione e messa in pratica nelle sue relazioni”.
Sono sette i capitoli nei quali si suddivide Iso 26000.
Il primo specifica lo scopo e il suo campo di applicazione, mentre il secondo contiene la definizione dei termini più importanti nel campo della responsabilità sociale.
Nel terzo capitolo “Capire la Responsabilità sociale” non solo sono descritti i fattori e le condizioni che hanno influenzato – e che continuano a influenzare – lo sviluppo della responsabilità sociale, ma vi è anche una guida su come le piccole e medie organizzazioni possono applicare la norma.
Il quarto capitolo di Iso 26000 elenca e spiega i sette principi della responsabilità sociale: responsabilità di rendere conto (accountability); trasparenza; comportamento etico; rispetto degli interessi degli stakeholder; rispetto del principio di legalità; rispetto delle norme internazionali di comportamento; rispetto dei diritti umani. Particolarmente importante appare il primo di tali principi, la responsabilità di rendere conto, definito nel modo seguente: “un’organizzazione dovrebbe essere responsabile di rendere conto dei propri impatti sulla società, sull’economia e sull’ambiente (…) La responsabilità di rendere conto implica anche il farsi carico delle responsabilità in caso di azioni scorrette, adottando adeguate misure allo scopo di porvi rimedio e intraprendendo azioni volte a impedirne la reiterazione”. Un altro punto importante si trova nella trattazione del quinto principio della responsabilità sociale, il rispetto del principio di legalità. Tale principio non implica soltanto che un’organizzazione debba rispettare le norme internazionali di comportamento, ma anche che “dovrebbe evitare di rendersi complice in attività di un’altra organizzazione che non siano coerenti con le norme internazionali di comportamento”. In pratica, questo significa che un’impresa dove un subfornitore ha utilizzato lavoro minorile o forzato è complice della violazione dei diritti del lavoro e non può semplicemente cavarsela addossando le colpe al proprio subfornitore.
A partire dal quinto capitolo, Iso 26000 si concentra sugli aspetti pratici inerenti la sua applicazione, occupandosi in particolare di come un’organizzazione può riconoscere la propria responsabilità sociale e di come si possono identificare e coinvolgere le parti interessate.
Nel sesto capitolo si trova una trattazione approfondita dei sette temi fondamentali (e dei loro aspetti specifici) relativi alla responsabilità sociale: governo (governance) dell’organizzazione; diritti umani; rapporti e condizioni di lavoro; l’ambiente; corrette prassi gestionali; aspetti specifici relativi ai consumatori; coinvolgimento e sviluppo della comunità.
All’ultimo capitolo spetta, infine, di fornire una guida su come mettere in pratica la responsabilità sociale all’interno di un’organizzazione.