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LE PROMESSE DEL QUARTO SETTORE

By 3 Dicembre 2020 Dicembre 28th, 2020 No Comments

L’economia sostenibile è in sostanza una economia dove gli interessi per gli azionisti di un’Impresa non prescindono da quelli dei suoi stakeholder. Ogni Impresa che ambisce al futuro e alla considerazione positiva del mercato deve chiarire la sua ragion d’essere, il suo purpose. Deve portare benefici a tutto campo, alle comunità, alle istituzioni, ai territori, ai cittadini-consumatori. Il tramonto della crescita lineare a favore dell’economia sociale, inclusiva, moderata e circolare è l’unica strada per contrastare il predominio incalzante di Imprese onnipotenti, al di sopra delle sovranità statali.

Una novità potrebbe apparire sorprendente. Sono proprio i campioni del capitalismo globale a farsi promotori di una svolta radicale nell’economia e nella finanza. Per evitare che diventi un’altra occasione sacrificata all’ipocrisia tipo “green washing”, i cittadini devono essere consapevoli e controllare da vicino il loro effettivo operato, svelando se si tratta di un’altra dichiarazione d’intenti che verrà disattesa ovvero anche una semplice strategia di marketing.

Il neo capitalismo virtuoso afferma che l’innovazione e la finanza devono essere moderati con una attenta valutazione degli impatti generati nel sistema economico e, quindi, negli equilibri sociali e ambientali. Si rendono conto che i Consumatori sono i loro stakeholder più importanti e vanno salvaguardati, sopratutto come cittadini. La velocità e la mutevolezza dei tempi aprono la strada all’uso spregiudicato della finanza e dell’innovazione, strumenti complessi ed evoluti, con cui le grandi Imprese vogliono diventare onnipotenti.

La finanza trova la sua ragion d’essere se diventa sostenibile, cioè meno speculativa e vocata a creare valore vero. L’innovazione trova la sua ragion d’essere se migliora la vita, la qualità della vita, per tutti e non crea vantaggi monopolistici per qualcuno. Questo scenario apre le porte al quarto settore, un modello che si sta affermando attraverso la convergenza e l’ibridazione dei tre settori che oggi stratificano la società: il pubblico, il privato, il no-profit. Un quarto settore che integra e assorbe i tre settori, che appaiono  imperfetti, in ritardo sull’evoluzione dei tempi.

Le attività del quarto settore hanno una visione più ampia, anche più profonda. Perché realizzano una sintesi necessaria per dare nuova linfa ai tre settori esistenti: il privato che diventa fautore dell’economia sostenibile, il no-profit che si organizza con impostazioni imprenditoriali, il pubblico che apre con determinazione alla sussidiarietà. Un’idea già aperta che il Covid-19 ha fortemente accelerato. Quarto settore: tra il dire e il fare c’è di mezzo il dare.