Aumenta il risparmio e diminuiscono i consumi. Scende il PIL e sale in rapporto con il deficit pubblico. Oltre a spendere meno, i Consumatori cercano nuove esperienze anche alla luce dello scenario avviato con la pandemia: le restrizioni, l’avvento di spese che prima erano marginali come quelle igienico-sanitarie, gli abbonamenti TV e Internet, i maggiori sprechi per l’eccesso di scorte alimentari. La crescita del nomadismo che caratterizza, con crescente frequenza, le scelte di acquisto dipende dal desiderio di cambiare, di non rimanere vincolati ai vecchi stimoli consumisti messi in crisi dagli effetti pandemici.
La sfiducia e la precarietà contemporanea sta potenziando l’attenzione al risparmio così come alla spesa misurata e consapevole. C’è una nuova sensibilità per la gestione attenta del denaro, che parte da uno stile di vita giusto e consapevole, per prepararsi all’insicurezza che caratterizza il futuro. Il maggiore risparmio riamane immobilizzato per la paura di non averlo disponibile in caso di necessità. Il consumo diventa quindi più riflessivo, influenzato da una virtuosità che spinge a guadare meglio dentro il prodotto/servizio, ai suoi valori oltre il rapporto prezzo-qualità. La soddisfazione del Consumatore diventa più complessa.
Il brand viene meglio valorizzato dal suo lato umano, dalla leadership che lo governa verso una utilità condivisa e virtuosa. In questo tempo, post economia lineare, in cui l’imprevedibile è quanto di più prevedibile, il mondo deve cambiare per stabilizzarsi in un nuovo equilibrio. Possiamo intravedere una trasformazione in almeno sei scelte conseguenti alle ridotte possibilità di guadagno stabile e continuativo, quindi di spesa e di risparmio. Scelte di fatto obbligate, forse più sagge di quanto si possa pensare:
- possedere di meno e utilizzare in modalità sharing (condivisione, affitto e simili), senza immobilizzo di risorse
- riutilizzare (acquisti usati) e prolungare la vita dei beni con le riparazioni
- limitare gli acquisti d’impulso e di moda, di utilità marginale
- impegnarsi in attività concrete dell’artigianato, della manutenzione e riparazione
- avvalersi di mobilità leggera (biciclette, monopattini e “gambe in spalla”)
- investire quei pochi risparmi in attività produttive solide, per bene, lungimiranti e generose, cioè sostenibili
Concretamente avremo uno stile di vita meglio orientato agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, molto più utili per la nostra salute, per il nostro ambiente e per il nostro futuro.