
La risposta più comune alla domanda “per chi voteresti?” è “non saprei…sono tutti uguali, tante promesse e pochi fatti”.
Chi ha già deciso poggia su tre pilastri: un’ideale, anche se sbiadito, una convenienza, probabilmente clientelare, una scelta di simpatia istintiva.
Il mobiltà elettorale è la prova che una buona parte non vota a “ragion veduta”.
La campagna elettorale 2022 pare avviata sul binario della contrapposizione preconcetta, studiata per scaldare gli animi, i rancori, la rabbia, l’indomita speranza. Come si dice, parlano alla pancia e non alla testa, stimolando gli umori e le polemiche pregiudiziali, non la riflessione su programmi chiari e impegni possibili.
Stesso linguaggio colorito a slogan, stesse tematiche disfattiste, stesse promesse vaghe e usurate. Si para degli altri non di sè stessi.
È il momento di puntare, con buon senso, sulla diversità per creare effettivo rinnovamento e aprire nuova attrattività.
Il partito del non voto è in maggioranza ma nessuno sa parlare nel suo interesse.
Servono proposte coraggiose per rompere la monotonia perseverante e assumere impegni che dovranno essere puntuali e quantificati.
Al posto di proposte che servono a tutti, perché non avanzare quelle mirate, autentiche? Perché non presentare vuna proposta elettorale pratica e realistica, capace di attrare chi, senza sentirsi ingaggiato, non va a votare? Oppure chi, stanco di votare con la pancia, vista la confusione in atto, decide di ragionare e votare chi gli offre una sicurezza con prospettive, un programma più chiaro e abbordabile, aderente alle proprie idee?
Ragionare per scegliere significa proporre un’analisi reale e studiata del problema da risolvere con iniziative altrettante reali e studiate.
Quali proposte concrete sulle nuove povertà, sulla formazione al posto dei sussidi, sul lavoro al posto degli sprechi, sull’immigrazione che serve ma programmata, sul fisco più equo ma più efficace, sullo sviluppo sostenibile?
Perché parlare del passato e recriminare sulle responsabilità invece di parlare del futuro avendo chiari gli errori compiuti, proponendo soluzioni innovative?
Le soluzioni innovative stanno nei giovani talenti, nella tecnologia frutto di ricerca controllata, nella produzione e nel consumo responsabile, nel recupero di valori persi come la solidarietà, la compassione, la cultura del benessere non solo materiale, la conformità del progresso alla natura, il rispetto del futuro.
Dal populismo all’umanesimo, dal mito del potere e del denaro, agli interessi comuni, ai valori condivisi; una società giusta ed equilibrata governata da una politica gestita da persone elette, scelte dal popolo ma tra i migliori che hanno la competenza necessaria per le scelte che il governo richiede.
Questo è lo sviluppo sostenibile. Ecco perché auspichiamo un voto sostenibile.