L’economia del terzo millennio, costruita sull’innovazione tecnologica, la globalizzazione e la finanza (che comincia a preferire imprese con governance sostenibili) e il crescente (il potere dei Consumatori connessi), evolve l’Impresa ad alto contenuto “concettuale”, dove gli investimenti in beni intangibili tendono a diventare più consistenti di quelli tangibili. La conoscenza rende forte un’Impresa, la Sostenibilità la rende resiliente e futuribile.
Gli investimenti intangibili generalmente non sono contabilizzati adeguatamente nei bilanci civilistici e fiscali, perché generati internamente all’Impresa: reputazione, brand e avviamento, cultura aziendale, capitale umano e sociale, organizzazione produttiva, posizionamento strategico, visione di lungo periodo, legalità, ricerca e brevetti, concessioni e relazioni, controllo dei rischi, rispetto del futuro e condivisione di obiettivi e risultati; nell’economia del terzo millennio, detti asset sono determinanti per partecipare al merito patrimoniale e quotare meglio un’Impresa.
È arrivato il momento di costruire indicatori fondamentali di prestazione di carattere non finanziario per dotarli al più presto di un valore specifico. Nell’economia del terzo millennio detti asset, che rendono possibile una missione sostenibile, sono determinanti per creare valore duraturo nel tempo. Il Bilancio di Sostenibilità, il contenitore delle prestazioni di carattere non finanziario, espressione del valore immateriale dell’Impresa, deve essere messo in evidenza. Questo obiettivo ancora non ha trovato la giusta attenzione, anche per l’insufficiente apprezzamento da parte dei Consumatori.